Se avete seguito alla lettera i miei 10 punti su come essere un freelance felice, allora in questo momento potreste essere in uno dei baretti in riva all’oceano Pacifico da cui vi sto scrivendo io. Mi trovo a Mancora, ultima tappa di un viaggio nel profondo Perù nel quale ho avuto modo di visitare Lima, Cusco, Arequipa e appunto Mancora.
Precisiamo subito che per uno che non ama volare un viaggio in Perù è certamente una sfida importante. Non tanto per quel che riguarda il volo dall’Europa (12 ore da Madrid a Lima) quanto per i continui spostamenti interni che il paese, enorme, ti obbliga a fare per poter godere di paesaggi mozzafiato e meraviglie naturali.
I DUE VOLTI DI LIMA — Atterrando nella capitale la sensazione, ahimè, è quella di essere atterrati in Bangladesh (non a caso qui sono in molti i locali a definirla così). Uno spazio sconfinato di color terra, che ironicamente ha mantenuto il nome di Costa Verde probabilmente derivante dagli antichi fasti, e ora completamente ricoperto da costruzioni mai terminate (qui la tassa sulla casa si paga solo a casa terminata, facile capire perché nessuno la finisce… anche se il risultato è a dir poco drammatico). La grado di povertà è altissimo e il traffico da megalopoli completa un ritratto per nulla favorevole alla capitale. First tip: non state a Lima più di due giorni.
Il centro di Lima, per quanto caotico, assomiglia ad una città europea fatta di 3-4 quartieri eleganti (Miraflores, San Isidro, Barranco soprattutto) dove il costo della vita sale drasticamente e dove si crea un insanabile divario con la periferia. Qui ci sono ristoranti di ogni tipo, che risaltano una cucina peruviana di grandissima qualità, grandi hotel e palazzi, anche se rimane forte una sensazione d’insicurezza in una città che pare militarizzata: polizia ovunque, sbarre a garage e portoni e pochissima gente a spasso la sera (in questo caso può aver influito anche il periodo in cui ci sono stato già che era piena estate). 2nd tip: andate a mangiare all’Osaka
CUZCO — Iniziamo subito col dire che con tutte le bellezze turistiche che accerchiano questa città appare alquanto inusuale che, centro a parte (plaza de las Armas e poco più), Cuzco sia formata praticamente da favelas. Il turismo, fatto di tour organizzati a Machu Picchu solo per citare il più famoso (ma ci sono centinaia di posti da visitare), dovrebbe essere il motore portante di una città già decadente a partire dal suo aeroporto. 3rd tip: Hotel vicino a Plaza de la Armas logisticamente è perfetto, ma chiedete una stanza interiore, eviterete clacson ogni 4 secondi e rumori molesti durante la notte.
La città è preparata per il turismo di ogni tipo, dagli hotel 5 stelle all’ostello per BackPackers, ristoranti e cibo per tutte le tasche (4th tip: andate a mangiare al Cicciolina), ma rimane anche qui una sensazione di grande povertà tutt’intorno al centro, mitigata dall’apparente normalità dei suoi abitanti locali: taxisti, venditori in strada e commercianti paiono vivere con pochissimo, ma completamente adattati a questa situazione senza via di fuga.
Qualcuno mi racconta che tutte le aziende turistiche più importanti siano di stampo cileno, e che di soldi in Perù ne rimangano ben pochi. Questo, aggiunto alla corruzione dilagante che attanaglia il paese, definisce così la linea economica di un territorio sempre più verso il declino totale.
Detto questo, Cuzco rimane affascinante sopra qualunque aspettativa, specie se avrete la fortuna di visitare Machu Picchu in un giorno soleggiato, o la montagna sette colori senza trovare neve. Armarsi di pazienza è fondamentale: facendo base a Cuzco, qualunque, e dico qualunque, gita vi obbligherà a levatacce stile 2-3 del mattino, interminabili ore di bus (per altro su strade poco raccomandabili) e qualche mal di testa dovuto a “scollinamenti” oltre i 5 mila metri.
MACHU PICCHU — Chi non ha sognato di visitare le rovine perdute del Machu Picchu? Personalmente erano anni che volevo vedere con i miei occhi questa meraviglia del mondo e voglio subito dire che non mi ha per nulla deluso, anzi. Certo, come accennavo prima, si tratta di un tour “duro”: sveglia alle 3 del mattino, due/tre ore di bus; 1 ora di attesa alla stazione, 3 ore di treno (carissimo), altri 40 minuti di bus su una strada sterrata e vagamente pericolosa (per non dire pericolante) e poi una camminata relativamente breve. Ci vuole fortuna per vederlo con il sole e qualche nuvolone che aumenta l’artisticità della foto, ma ci vuole soprattutto tanta pazienza (ampiamente ripagata dalla vista mozzafiato).
Se organizzate tutto dall’Italia come vi consiglierà chiunque (gli ingressi per Machu sono limitati) considerate una spesa di circa 350 dollari a persona come prezzo medio e fate caso agli orari del treno che vi assegneranno (senza dirvi nulla) che spesso sono un po’ troppo distanti tra loro (5th tip). A me è capitato di avere il treno di andata alle 6 del mattino e quello di ritorno alle 19, quando per visitare Machu Picchu, includendo la porta del Sole e il ponte Inca, possono bastare 3-4 ore massimo. Se poi piove, non avrete lo stimolo a camminare troppo.
MONTAGNA ARCOBALENO — Forse la più emozionante escursione del mio viaggio in Perù, unisce la sfida di “scalare” una montagna di oltre 5000 metri alla bellezza devastante della natura di questa montagna. Si dice che al mondo esistano solo 3 montagne di questo tipo (Argentina, Cina e appunto Perù) e questa montagna dei 7 colori (che poi sono 4) fino a un decennio fa nemmeno esisteva sulla mappa mondiale perché completamente innevata tutto l’anno. Il cambiamento climatico ci ha regalato (non so se sia un bene chiamarlo regalo) questa visione eterea non facile da raggiungere. Intanto ci sono due vie per arrivarci: un versante vi obbligherà ad una camminata di quasi due ore e il rischio forte di mal di testa o vomito da altitudine, l’altro vi metterà disposizione cavalli (80 soli per salire e scendere) e partendo da molto più in alto, abbasserà il rischio di dolori.
Non si tratta di una sfacchinata clamorosa, ma la montagna in sé potrebbe presentarsi innevata, con fango o con pioggia, quindi degli stivali da trekking sebbene non strettamente necessari, sono vivamente consigliati (6th tip). Altro importante dato, andateci al mattino prestissimo (7th tip) (ci sono tour specializzati a portarvi praticamente all’alba) per evitare la massificazione. Io sono arrivato alla cima verso le 8:30 del mattino e c’erano 20/30 persone, ma un’ora dopo sembrava di essere in un mercato del centro di Lima.
AREQUIPA — Onestamente fino ad un mese fa non sapevo nemmeno della sua esistenza, ma Arequipa è stata una lieta sorpresa sulla mia tabella di marcia. Seconda città più grande del Perù, mantiene lo stile decadente tipico, ma distacca dalle altre città per sicurezza, pulizia e vita notturna. Anche qui è buona idea alloggiare nei pressi della Plaza de las Armas e godersi la bellezza del vulcano Misti (se avrete la fortuna di vedere la città bianca senza nuvole).
Qui il consiglio è uno solo, NON andate al canion del Golka (8th tip) a vedere i famosi condor peruviani a meno che siate dei grandissimi appassionati di birdwatching. Se come me, arrivate da Machu Picchu e Montagna Arcobaleno, questa gita che vi occuperà quasi 10 ore di bus tra andata e ritorno vi deluderà profondamente.
MANCORA — Cittadina quasi al confine con l’Ecuador, è formata da una strada di meno di un chilometro in cui si concentrano ristoranti di grandissima qualità e di poca spesa, hotel per tutte le tasche e anche un po’ di night life. Personalmente ho alloggiato all’hotel Las Olas (tip 9th), attaccato alla spiaggia e lo consiglio a chiunque cerchi un po’ di relax dopo aver passato giorni e giorni a fare e vedere centinaia di cose . Se come me siete amanti del surf, ma sapete appena tirarvi in piedi sulla tavola, Mancora non è il posto ideale per imparare già che le correnti sono forti e le onde partono da 3 metri. Stateci due/tre giorni se non siete fanatici del surf e evitate la gita alle tartarughe marine (tip10th), che vengono attirate lì solo dal cibo che i locali gli rifilano per mantenere il flusso turistico alto.