Lungi da me voler politicizzare il mio sito o il mio blog se così si può chiamare ma ci tenevo a dare il mio punto di vista sull’emergenza Covid e su come ha cambiato, sta cambiando e cambierà la nostra maniera di vedere il mondo.
La prima riflessione che mi sento di affrontare è che un virus mortale sì, ma che non è paragonabile per numeri a pandemie precedenti (almeno attualmente) ha praticamente disintegrato il concetto di globalizzazione, del libero scambio, del libero mercato. Positiva o negativa che venga interpretata, la globalizzazione pare incamminata verso un’obbligata rivisitazione, con sullo sfondo un possibile ritorno alle origini, alle produzioni locali, forse anche all’artigianato e al commercio del vicino di casa. Bene o male?
I leader mondiali. Se chi mi legge ha un minimo di cultura sarà certamente in grado di capire che le differenze ideologiche davanti a questa situazione diventano davvero marginali e che la capacità di un governo (sia il governo che sia) di reagire ad un evento non esattamente standard come una pandemia vadano giudicate giorno per giorno, probabilmente in base ad un concetto unico: il buon senso. Nessuno nasce “imparato”, ma da questi mesi sarà importante analizzare bene chi ha agito con senso di responsabilità e provato a fare del suo meglio, e chi ha pensato solo ai propri interessi. La risposta è dentro di voi…(Semicit.)
Il pianeta. Un comico spagnolo che seguo da tempo dice spesso “el universo siempre busca su equilibrio” e a me pare una frase azzeccatissima di questi tempi. Stiamo uccidendo tutto quello che abbiamo sempre detto di amare (tra plastica, deforestazione, nuclearizzazione e chi più ne ha più ne metta) e ancor peggio ci stiamo suicidando noi stessi portando il pianeta al collasso. Questa pausa viro-temporale (accezione da me appena coniata), che per altro ha solo in parte fermato le produzioni, ci permetterà di trovare una via davvero sostenibile per mantenere 8 miliardi di persone sulla terra?
Le relazioni umane. A quante persone in questo momento dareste la mano o un abbraccio? Due mesi di quarantena hanno cambiato la nostra maniera di vivere? Non lo so e mi auguro assolutamente di no, ma quanti di voi che fino a qualche settimana fa bramavano per uscire di casa, ora non ci pensano nemmeno più così tanto? Questa trasformazione, derivante dall’accettazione di un diktat o “semplicemente” dalla paura di morire, di quanto tempo avrà bisogno per un processo inverso?
Infine l’ego dell’uomo. Chi dice ego, dice stupidità, e forse è il momento di dimostrare che siamo davvero una razza superiore, che non siamo mossi solo dall’istinto di sopravvivenza e dall’ingordigia, ma che pensiamo in un futuro aldilà della nostra vita fisica, per i nostri figli o per i nostri nipoti. È altresì chiaro che siamo troppo divisi in fazioni per avere una coscienza comune che ci spinga ad un obiettivo reale come la preservazione della specie. Luci vere in fondo al tunnel ce ne sono (non tantissime), ma essere in grado di scegliere il tunnel giusto, beh è un altro paio di maniche.